top of page

Il metodo Drežančić

Il metodo è frutto del lavoro trentennale di ricerca e applicazione della Professoressa Drežančić con bambini sordi di diversi paesi europei e in esso confluiscono le conoscenze e gli apporti scientifici di molte discipline da lei approfondite: musica, fonetica e fonologia, pedagogia e psicologia.

 

Il metodo è suddiviso in 4 programmi:

 

I° PROGRAMMA: audio-fono-psicomotorio (fascia 0-3 anni)

II° PROGRAMMA: pre-scolare (fascia 3-6 anni)

III° PROGRAMMA: scolare (fascia 6-14 anni)

IV° PROGRAMMA: adulto (dai 14 anni)

 

Il primo programma, comprende una serie di proposte particolarmente adatte per i bambini fin dai sei mesi di vita e nei primi tre anni. Le stimolazioni proposte comprendono  modelli multisensoriali composti con la voce cantata, modulata e parlata.

Il gioco fonico, giocattolo didattico specifico per ogni fonema della lingua, è un mezzo di contatto col bambino. Gli oggetti lo attraggono e ne aumentano l’attività, l’interesse, la motivazione e la voglia di fare.

Ogni suono del linguaggio ha un gioco ad esso associato, una melodia e un movimento specifico, i modelli forniti ai bambini fanno si che il linguaggio venga appreso in maniera spontanea e senza che il bambino sia consapevole di fare “terapia” diventando così un momento piacevole nel quale il bambino si sente a suo agio. i movimenti che accompagnano le proposte sottolineano le caratteristiche dell’emissione sonora, facilitano l’acquisizione dei suoni, evidenziano la presenza delle parti non accentate del discorso, favoriscono la memorizzazione delle proposte e l’evocazione delle stesse in assenza del modello vocale.

Il primo programma del metodo è unico e originale ed affronta in modo puntuale le proposte per l’intervento precoce rispettando la natura del bambino e le sue risorse.

 

Nel secondo e terzo programma  si consolidano le acquisizioni precedenti e si estendono le competenze linguistiche sui versanti fonologico, semantico, sintattico e pragmatico. Utilizzando strutture fonetico – ritmiche, con l’aiuto dei movimenti nello spazio, si può aiutare il bambino a percepire meglio il ritmo linguistico. Si crea così un rapporto stretto tra ritmo musicale, fonologia, ritmo e intonazione del linguaggio parlato. Parlare bene, con un andamento melodico – ritmico corretto, non solo facilita la comunicazione ma consente una migliore comprensione delle espressioni orali degli altri poiché migliora la consapevolezza della lingua. Dalla comunicazione orale si passa a quella scritta.

 

Il quarto programma (dai 14 in poi) prevede la possibilità di esercitarsi da parte del soggetto stesso per non perdere la qualità di quanto appreso nei precedenti programmi. Prevede procedimenti per la correzione e per sonorizzare la voce durante il periodo della muta vocale nei maschi. E’ inoltre indicato anche per bambini che provengono da altre pedagogie e per adulti che si vogliono avvicinare al metodo.

 

(tratto da E. Rèpaci, 2001, "Sordità fenomeno complesso e biotecnologico" in Arcipelago Diversità, a cura di G. Cartelli, Roma, Bulzoni)

 

 

“Il buon ritmo linguistico è conseguenza della voce timbrata e della sua capacità di sonorizzare bene gli elementi dell’espressione verbale ed il ritmo musicale, con le diversità delle sue forme, è una struttura speciale dove anche il tempo (rapidità) non cambia l’idea dei rapporti di questa struttura. Il nostro scopo è portare il bambino alla capacità di controllo della sua voce e senza una voce piena, modulata, ricca nel timbro non è possibile prolungare la sonorità necessaria per un linguaggio verbale intelligibile.”

“Dobbiamo creare

la forma sonora

prima della forma scritta,

la parola prima

della scrittura”.

bottom of page