Autismo
L'autismo è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell'interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d'interessi e comportamenti ripetitivi.
I genitori di solito notano i primi segni entro i due anni di vita del bambino e la diagnosi certa spesso può essere fatta entro i trenta mesi di vita. Con il termine “Autismo” vengono comunemente definite alcune sindromi di natura neurobiologica raggruppate sotto la categoria dei Disturbi dello spettro autistico (ASD). L’eziologia dell’autismo rimane nella maggioranza dei casi sconosciuta e, ad oggi, non esistono cure risolutive: con l’autismo si nasce e con l’autismo si vive tutta la vita.
Le caratteristiche riguardano:
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Difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale
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Presenza di comportamenti e interessi ristretti e stereotipati
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Disturbi sensoriali,
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Problemi del sonno e/o di alimentazione,
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Disarmonie motorie e/o disarmonie nelle abilità cognitive
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Scarsa autonomia personale e sociale,
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Autolesionismo
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Aggressività.
A differenza degli altri bambini, in questa patologia è
compromessa la capacità di entrare in contatto con gli altri,
di intuirne bisogni, stati d’animo, aspettative.
La gravità e la sintomatologia dell'autismo variano molto da individuo a individuo e tendono nella maggior parte dei casi a migliorare con l'età, in particolare se il ritardo mentale è lieve o assente, se è presente il linguaggio verbale, e se un trattamento terapeutico valido viene intrapreso in età precoce.
Comunicazione
Nell’autismo spesso vi è la compromissione della comunicazione che può essere evidente fin dal primo anno di vita e può comportare un’insorgenza ritardata di lallazione, gesti inusuali, diminuzione della reattività.
Nel secondo e terzo anno, i bambini con autismo hanno un utilizzo di consonanti, di parole, di combinazioni di parole e di lallazione, meno frequente e meno diversificata; i loro gesti sono meno frequentemente integrati con le parole.
Sono meno inclini a fare richieste o a condividere esperienze e sono più propensi a ripetere semplicemente le parole degli altri (ecolalia). si possono presentare problemi nel sostenere un discorso funzionale e il deficit di attenzione sembra essere comune nei bambini con autismo: ad esempio, essi possono guardare la mano che punta al posto dell'oggetto puntato. Inoltre, possono presentarsi difficoltà con il gioco fantasioso e con lo sviluppo di simboli come linguaggio.
Vi può essere anche un disturbo nella melodia del linguaggio che può apparire cantilenante o eccessivamente manierato. Gli autistici hanno difficoltà nel cominciare una conversazione o a rispettarne i "turni", oltre a difficoltà a rispondere alle domande
È presente la difficoltà nel comprendere compiti linguistici complessi, come il linguaggio figurativo, la comprensione e l'inferenza. Per questo motivo si deve sempre considerare quello che il bambino è in grado di comprendere quando gli parliamo, ad esempio nella produzione dei modi di dire.
Gli individui autistici mostrano molte forme di comportamento ripetitivo o limitato:
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Riordinano i giochi in fila: comportamento compulsivo, come la disposizione degli oggetti in pile o linee. Può succedere se si lasciano in disordine oggetti (sedie spostate, finestre aperte, giornali in disordine) che la reazione spontanea della persona autistica possa quella di riportare immediatamente le cose al loro ordine o, se impossibilitato a farlo, manifestare comunque inquietudine. La persona può allora esplodere in crisi di pianto o di riso, o anche diventare autolesionista e aggressiva verso gli altri o verso gli oggetti
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Presentano stereotipie: movimento ripetitivo, come la mano svolazzante o il dondolio della testa.
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Resistenza al cambiamento: per esempio, insistendo sul fatto che i mobili non debbano essere spostati.
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Comportamento rituale: attività quotidiane invariate, come ad esempio una alimentazione immutabile e un rituale nella vestizione.
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Comportamento limitato: restrizioni di interessi o di attività, come ad esempio l'attenzione ad un unico programma televisivo, ad un unico giocattolo o un gioco in particolare.
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Autolesionismo: movimenti che possono danneggiare o ferire le persone
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Scarsa interazione sociale: mostrano un'apparente carenza di interesse e di reciprocità relazionale con gli altri, tendenza all'isolamento e alla chiusura sociale, apparente indifferenza emotiva agli stimoli o, al contrario, ipereccitabilità agli stessi
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Difficoltà a instaurare un contatto visivo diretto: il contatto oculare risulta scarso e molto fugace.
Le difficoltà del bambino autistico sono causate anche dalle proprie emozioni che spesso vengono sentite in maniera eccessiva:
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Ansia
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Paura
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Rabbia e collera
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Tristezza e gioia
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Sfiducia e diffidenza
Da quanto abbiamo detto è facile capire che buona parte dei sintomi presenti nella sindrome autistica possono essere ricondotte a delle difese, spesso di tipo arcaico e quindi poco funzionali, che questi bambini mettono in atto per evitare, alleviare o superare la loro sofferenza, causata da intense emozioni negative come l'ansia, la paura, la depressione e la notevole sfiducia verso gli altri e se stessi.
Questi bambini, ad esempio, cercano in tutti i modi di evitare, mediante la chiusura, le persone, i luoghi, gli oggetti e le situazioni nelle quale si trovano a disagio o che possono accentuare il loro malessere.
Poiché ogni cambiamento accentua le loro ansie e le loro paure hanno avversione per ogni nuova esperienza, sia che si tratti di un nuovo cibo, sia che si tratti di un diverso oggetto, luogo o orario.
Per questo utilizzano atteggiamenti ripetitivi come le stereotipie.
Trattamento
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Non esiste un unico intervento che vada bene per tutti i bambini autistici;
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Non esiste un unico intervento che vada bene per tutte le età;
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Non esiste un unico intervento che possa rispondere a tutte le molteplici esigenze direttamente o indirettamente legate all'autismo.
Per contro, la continuità e la qualità del percorso terapeutico sono garantite attraverso:
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Il coinvolgimento dei genitori in tutto il percorso;
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La scelta in itinere degli obiettivi intermedi da raggiungere e quindi degli interventi da attivare (prospettiva diacronica);
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Il coordinamento, in ogni fase dello sviluppo, dei vari interventi individuati per il conseguimento degli obiettivi (prospettiva sincronica);
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La verifica delle strategie messe in atto all'interno di ciascun intervento.
Si raccomanda un intervento precoce e intensivo, che tenga conto della necessità di intervenire sul disturbo dell'intenzionalità del bambino.
È importante quindi lavorare precocemente non nel senso dell'addestramento comportamentale, ma proprio dello sviluppo dell'intenzionalità motoria e comunicativa autonoma.